Si può fare, si può fare/si può prendere o lasciare/si può fare, si può fare/puoi correre, volare.
Puoi cantare, puoi gridare/puoi vendere, comprare/puoi rubare, regalare/puoi piangere, ballare.
Si può fare, si può fare/puoi prendere o lasciare/puoi volere, puoi lottare/fermarti e rinunciare.
Si può fare, si può fare/puoi prendere o lasciare/si può crescere, cambiare continuare a navigare.
Si può fare, si può fare/si può prendere o lasciare/si può fare, si può fare/partire, ritornare.
Puoi tradire, conquistare/puoi dire poi negare/puoi giocare, lavorare/odiare, poi amare.
Si può fare, si può fare/si può prendere o lasciare/si può fare, si può fare/mangiare, digiunare.
Puoi dormire, puoi soffrire/puoi ridere, sognare/puoi cadere, puoi sbagliare/e poi ricominciare.
Si può fare, si può fare/puoi vendere, comprare/puoi partire, ritornare/e poi ricominciare.
Si può fare, si può fare/puoi correre, volare/si può piangere, ballare/continuare a navigare.
Si può fare, si può fare/si può prendere o lasciare/si può fare, si può fare/puoi chiedere, trovare.
Insegnare, raccontare/puoi fingere, mentire/poi distruggere, incendiare/e ancora riprovare.
Perché questa canzone del maestro Angelo Branduardi per introdurci al Triduo santo?
Leggendo il testo, poi, penso che a me come a Voi sia venuta spontanea la domanda: “Ma di fatto che cosa veramente possiamo fare noi oggi?” In tempi in cui le scelte vengono prese da altri e le conseguenze di quelle scelte ricadono senza soluzione di continuità sui più deboli e i più fragili?
Oggi non vogliamo ascoltare la grammatica: rifiutiamo categoricamente che il “si” della canzone sia un “si” impersonale: i verbi all’infinito, per quanto belli o vivi, non sarebbero proprio di nessuno…
Non ci basta nemmeno che il “si” assuma il colore del riflessivo proprio (o diretto)… i binari su cui scivolerebbe incontreranno nessuno, neppure all’orizzonte…
Se invece il “si” assume la caratteristica della forma riflessiva reciproca allora tutto acquista un senso più grande e profondo! È molto meglio dire: “Mario ed Erika si amano molto” piuttosto che dire: “Giovanni si guarda da solo davanti allo specchio” o -peggio ancora- “si dice”, “si pensa”, “si sta… come d’autunno sugli alberi le foglie”…
Ci lasciamo quindi oggi guidare dalle parole profetiche di Zaccaria; le ascolteremo durante la S. Messa in cui saranno benedetti i rami di ulivo:
Così dice il Signore Dio: «Esulta grandemente figlia di Sion,
(Zc 9,9-10)
giubila, figlia di Gerusalemme!
Ecco, a te viene il tuo re. Egli è giusto e vittorioso,
umile cavalca un asino, un puledro figlio d’asina.
Farà sparire il carro da guerra da Efraim
e il cavallo da Gerusalemme , l’arco di guerra sarà spezzato,
annuncerà la pace alle nazioni, il suo dominio sarà
da mare a mare e dal Fiume fino ai confini della terra».
In queste parole non ci sono “si”, ma è chiaro a tutti che Gesù è la condizione di possibilità perché tutto il bello e il bene che risiede in ogni uomo possa sprigionarsi.
Noi crediamo in Gesù! Noi ci fidiamo di Lui!! Noi seguiamo Lui!!!
Non solo in questa Settimana Santa, ogni giorno dell’anno!
don Stefano
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