Facciamo nostre le domande che l’Arcivescovo si pone di fronte al dolore innocente nel mondo, in particolare al dolore provocato dall’ultimo terremoto in Turchia e Siria. Anche il Cardinal Martini
invitava a farci domande “da credenti”.
Affidiamole alla preghiera di questi giorni.
La provocazione del dolore innocente sarà una commozione che convocherà tutte le persone di buona volontà, tutte le religioni, tutte le sensibilità a offrire la consolazione invocata?
L’urgenza di portare soccorso convincerà gli avversari a stringersi la mano, gli indifferenti a forme inedite di generosità?
L’invocazione di aiuto sarà la voce che potrà finalmente convincere a trasformare le armi di distruzione in mezzi per la ricostruzione? Si potrà comprendere a che cosa servano l’efficienza organizzativa, la disponibilità di soldi e di beni, le competenze in ogni disciplina?
Il momento orribile e la desolazione angosciante stanno davanti a noi e provocano la nostra fede, la nostra intelligenza e la nostra sensibilità.
Lo Spirito di Dio ci insegna a pregare, ci dà ragioni per la generosità sollecitata da molti, ci induce a parlare, a sperare, a pretendere che una nuova solidarietà unisca i popoli, a lasciarci istruire da una nuova sapienza che orienti a pensieri di pace.
Mons. Mario Delpini
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